19 dicembre, 2008

Maledizioni nel mondo romano

Le tabella defixiones entrarono a far parte della vita popolare romana che ,come per molte altre cose quotidiane,si era ispirata al mondo greco. Anche in questo caso coloro che volevano maledire si rivolgevano ad "organi competenti",che però non erano ben accettati dalle magistrature per il fatto che la magia e la superstizione venivano visti come sintomo di popolo "ignorante" e potenzialmente pericoloso se mal guidato.

Anche nel caso delle defixiones latine ci si rivolgeva agli dei inferi(come Ecate,dea dei trivi e delle ombre,Proserpina e Plutone,dei ctonii dell'Oltretomba),ai Mani,protettori della famiglia,a cui ci si rivolgeva talvolta anche per avere vendetta contro un'ingiustizia subita, e a divinità minori specializzate o a figure inumane protettrici delle sorgenti,fonti e pozzi,grazie alle quali il "messaggio"sarebbe arrivato più velocemente agli dei vendicatori.Interessante è l'osservazione delle defixiones nelle zone provinciali,dove i nomi delle divinità del Pantheon maggiore sono fiancheggiati dai nomi degli dei autoctoni come Nana e Aquannos,Antumnos e Adsagonda se si fa riferimento alla Gallia Romana.

Un grande ritrovamento è stato effettuato di recente nel Parco di Traiano sul Colle Oppio a Roma nei pressi di un antico santuario dedicato ad una divinità acquatica e poi dimenticato per secoli;all'interno di una grande vasca a fontana sono stati trovate laminette di piombo,chiodi e perfino un elegante contenitore cilindrico che proteggeva una bambolina con strutture in osso e rivestimento di cera avvolta strettamente in una lamina che conteneva il testo della maledizione:anche se il proprietario rimaneva anonimo certamente questo committente desiderava rendere noto al "fabbricante" e agli dei inferi la sua agiatezza.

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