19 dicembre, 2008

A contatto con le defixiones

Qui di seguito verranno presentati alcuni fra i numerosi esempi di defixiones, sia testi con relativa traduzione, sia immagini di ritrovamenti, in modo tale da rendere più chiaro l'argomento trattato.
Il primo documento proposto è stato inciso su una laminetta di piombo rinvenuta a Morgantina (Sicilia), più precisamente nei pressi del santuario delle divinità infere e databile nel I sec. A.C .Il testo è il seguente:


<Γά, Ερμα, θεοι καταχθονιοι, ποτιδεξεσθε ταν Βενουσταν του Ρουφου, ταν θεραπαιναν>

"Gea, Ermete, dei inferi, accogliete Venusta (figlia) di Rufo, la schiava."



Qui è evidente come il mittente della maledizione si rivolga alle divinità degli inferi affinchè accolgano Venusta (la destinataria della defixio), cioè la facciano morire.

Il secondo esempio consiste anch'essa in una laminetta plumbea rinvenuta però questa volta ad Atene, in una tomba del famoso quartiere del Ceramico, e databile alla seconda metà del V sec A.C. Anche in questo caso riportiamo il testo greco con relativa traduzione:


<Λυσανιασ εκ το αργυροκοπιο φυσετες και αυτος και ε γυνε και τα χρεματα και οτι εργαζεται και τα χρεματα και χερες και ποδες και νος κεφαλε, ριν ανθεμ...ν. γες ιερας.>

"Lysanias, soffiatore della zecca, e lui e la moglie e le sostanze e ciò che lavora e le sostanze e mani e piedi e mente, testa, naso...della sacra terra".


Oggetto della maledizione è ,in questo caso, un operaio della zecca ateniese, il quale "soffiava" sul fuoco che ardeva sotto i crogiuoli, a cui sono associati anche la moglie, le sostanze e anche alcune parti del corpo.

Per concludere, inseriamo due immagine di defixiones :





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